
Una scala appoggiata su di una nuvola in centro a piazza del Duomo. Mi guardo attorno per vedere la reazione degli altri che in quel momento stavano in piazza, ma sembra che nessuno la veda.
La vedo solo io. La cosa in realtà non mi stupisce perché queste cose accadono molto spesso.
Decido quindi di salire timoroso del fatto che la scala sotto al mio peso crolli, in realtà ciò non avviene. Pensavo ci fossero meno scalini e soprattutto mi diverte vedere tutte le persone che con il naso all’insù mi guardano mentre volo verso l’alto (loro non vedono la scala). Dopo 15 minuti sono finalmente sulla nuvola. Mi aggrappo ai suoi lembi soffici e ancora una volta rimango stupito: la nuvola fatta di goccioline di acqua in realtà mi regge perfettamente. Non solo ma sopra, non visibile dall’alto perché coperta dal lembo superiore, c’è una piccola casa tutta fatta di nuvola.
Adesso capisco perché gli arei non entrano nelle nuvole cumuliformi, non perché pericolose, bensì perché loro sanno che potrebbero esserci delle persone. Forse qualcuno di loro una volta li ha anche visti.
Entro quindi nell’appartamento sulle nuvole e mi siedo davanti ad un camino acceso. Ad un certo punto vengo sbalzato giù dalla poltrona, la nuvola ha cominciato a muoversi spinta da un vento forte proveniente dal nord…
Il nostro viaggio prosegue per un paio di ore quando andiamo a sbattere contro una montagna…i serbatoi dell’acqua si rompono e la nuvola comincia a far cadere gocce violente e fitte…Il colpo contro la montagna ha prodotto anche delle scintille che si trasformano in fulmini abbattendosi sul suolo.
La cosa che mi sbalordisce di più è che la casa contenuta all’interno della nuvola non viene assolutamente lesionata dall’urto violento contro la montagna. Un Angelo che passava di lì mi spiega che questo tipo di abitazione è ben inserito al centro della nuvola ed ha un sistema idraulico di protezione contro gli urti.
Chiedo altre spiegazioni all’Angelo e lui pazientemente risponde a tutte le mie domande, anche a quella che mi interessava di più e cioè se esisteva un sistema per salire ancora di più ed entrare nella quarta dimensione dove era collocato il paradiso.
Pensavo che non mi rispondesse, invece l’Angelo mi ha spiegato che è possibile, ma bisogna avere un permesso speciale che viene rilasciato solo ed esclusivamente per gravi motivi famigliari, tipo l’incapacità di staccarsi da un affetto morto oppure di fronte alla necessità di riparare ad un grosso torto.
Entrambe le motivazioni ahimè non mi riguardavano e quindi non potevo ottenere il permesso speciale anche se debbo confessare che i miei genitori mi mancano molto.
Dopo un paio di ore, scaricata tutta l’acqua, siamo ripartiti, questa volta spinti da un vento caldo ed umido che a contatto con la nuvola ricaricava le cisterne che si erano svuotate durante la collisione.
Io ero basito per l’organizzazione del cielo, nuvole che viaggiavano a diverse velocità tutte con ben presente la loro destinazione finale. La cosa impressionante però che dalle finestre della mia nuvola non vedevo nulla se non solo una sorta di nebbiolina molto intensa. Eppure non faceva freddo, non era umido e soprattutto si vedevano perfettamente i raggi del sole.
Non avevo la minima idea di dove fossimo finiti ed ero preoccupato di come avrei fatto a ritornare a Milano…Decisi quindi di andare a letto e guardare un pochino del notiziario celeste prima di addormentarmi.
C’era un solo canale che trasmetteva notizie riguardanti il mondo dell’aldilà con particolare4 attenzione alle attività celestiali…debbo dire che lì si divertono un casino.
La mattina dopo mi alzai di buon ora e trovai la colazione già pronta sul tavolo in. Cucina. M i feci una doccia e poi, dopo aver fatto colazione mi avventurai per una passeggiata sulla mia nuvola. Non so quanto tempo camminai, ma alla fine giunsi di fronte ad un ascensore. Incuriosito ci entrai e mi ritrovai in un batter d’occhio in un palazzo al centro di Milano…