Stanotte, come oramai avviene da mesi ho sognato. Un sogno lungo e strano che mescolava situazioni ufficiali con momenti di erotismo appena accennato. I protagonisti facevano parte di mondi differenti che appartengono al mio passato, armonicamente mescolati in una storia tanto intrigante quanto assurda. Il 2020 segue ad un 2019 molto complicato fatto di sofferenze, di perdite e di costrizioni.
Non mi è mai piaciuto generalizzare gli anni che passano o demonizzarli come se avessero un’anima. Ho sempre cercato di viverli intensamente cercando di onorare il dono che mi è stato dato: “la vita”. Gli anni hanno ritmi e lunghezze percepite differenti. quando si è bambini si muovono lentamente, in gioventù sembrano semplici e facili da dominare, quando si è adulti ci impegnano e ci mettono alla prova, quando si comincia a diventare anziani ecco che riescono a confonderci mettendo da una parte la ripetitività e la lentezza delle giornate, dall’altra correndo verso una fine inevitabile e certa. Da bambini non si ha paura di nulla, da vecchi si ha solo paura di morire troppo presto.
Ho perso i miei genitori in maniera ordinata e organizzata. sia papà che mamma sono morti nel mese del loro compleanno a 97 e 94 anni, in punta dei piedi, senza disturbare e lasciando nel cuore di noi fratelli un vuoto fragoroso pieno di insegnamenti e ricordi. Ho perso alcuni amici che sono stati portati via dal COVID19 in un modo “offensivo” per la vita stessa. Faccio fatica a gioire di tutto quello che ho avuto dalla vita, dei miei genitori, dai miei fratelli. Faccio fatica a trovare un equilibrio di serenità affettiva mescolando il mio essere con il mio caotico modo di essere. Penso di fare quasi tutto in maniera confusionaria e dispersiva, eppure sono “straordinariamente felice”.
Ho dei ricordi del mio passato meravigliosi. Firenze, il nuoto, il tennis, il golf, la Baia d’Argento, Riva dei tessali, Rotaract Roma Tevere, il cineforum del San Leone Magno, Roma, il mio lavoro in una azienda meravigliosa: la Winterthur. Amici (tantissimi), amori (tantissimi)…una grande confusione fra amicizia ed amore. Porto tutto nella mia mente, nuvole di felicità che mi sostengono e mi portano a viaggiare nel mio passato.
Mi chiedo sempre cosa ho fatto per meritarmi tanta gioia e perché io sia così fortunato e come posso fare per rendere alla vita la fortuna che non credo di meritarmi. Ci penso spesso e cerco di fare quello che ho visto fare ai miei genitori; aiutare chi ha avuto meno fortuna.
Sono in un periodo politicamente complesso e religiosamente difficile. Sto studiando ancora all’Università per un piacere personale cercando di dimostrare a me stesso che forse riuscirò a portare a termine il lungo percorso di studi e fare finalmente contenti i miei genitori.
Ma esiste veramente il Paradiso? Esiste un aldilà? Per me che son o credente sì, ma come faccio a convivere con questo dubbio?
Ho paura di finire sotto i ponti, ce l’ho da quando avevo 30 anni.
Ho paura di non essere all’altezza del compito che la vita mi ha assegnato.
Ho paura di deludere o di aver già deluso i miei genitori.
Forse ho semplicemente paura di vivere nella gioia e nella tranquillità del mio percorso di vita. Tornerò a sognare adagiato nelle mie soffici nuvole.
Amo!