Mi è capitato recentemente di assistere ad uno sceneggiato televisivo dove uno dei protagonisti si chiedeva se la felicità fosse infinita o contingentata. Il pensiero a mio avviso è interessante e vale la pena di essere esplorato.
Sono decisamente convinto che la felicità non si esaurisca e quindi non dobbiamo avere alcuna resistenza nel consumarne il più possibile. E’ gratuita, è praticamente inesauribile eppure noi temiamo che finisca. Molti di noi hanno il terrore di essere felici per alcuni motivi:
- alcuni temono che dopo periodi di felicità debbano necessariamente arrivare periodi di disgrazie e dolori; nulla di più falso;
- abbiamo paura di essere felici in quanto pensiamo che ciò possa attirarci le invidie e quindi le disgrazie da parte degli altri;
- pensiamo che prima o poi la nostra felicità debba esaurirsi.
Pensiamola diversamente, pensiamo che in realtà ce ne sia tantissima ma che nel calderone della felicità ci pescano tutti e quindi bisogna essere veloci e costanti nel rifornirci di felicità.
Io per esempio, ogni mattina, quando mi alzo, mi vado subito ad abbeverare alla fonte della felicità prendendo energie per la giornata e, se la sera sono triste, mi faccio un’altra bevutina.
Non ci sono giorni in cui io non abbia i miei momenti di felicità, piango e sono felice, rido e sono felice, mi succede qualcosa di poco piacevole e….cerco di essere felice. Insomma se la mattina vi avvicinate alla “fonte della felicità” mi vedrete lì in prima fila per bermi un bel po’ di gioia e per riempire le mie taniche di felicità.