Nella nostra mente esiste uno spazio segreto il cui accesso è riservato solo al legittimo proprietario. Si accede attraverso una porta scorrevole che non si vede ad occhio nudo e che ci porta in una stanzetta dove vengono archiviati tutti i nostri pensieri esclusivi.
Lì possiamo trovare i pensieri trasgressivi, le nostre storie ed azioni di cui solo noi siamo a conoscenza, il piacere intimo.
L’essere umano spesso si accovaccia in questa piccola stanza e prende in mano un racconto di un episodio passato e rivive le emozioni, le paure o i sensi di colpa. Di tanto in tanto questi segreti custoditi gelosamente, scappano dalla stanzetta e ci raggiungono la notte trasformandosi in sogni.
Tutti hanno questa stanza segreta, anche quelli che si spacciano per fedeli, moralmente a posto o ligi al proprio dovere. Tutti indistintamente riempiono, chi più chi meno, la stanza con emozioni, trasgressioni, sogni, desideri ed a volte ricordi intensi ed esclusivi.
Basta uno sguardo particolare, una carezza rubata, un sorriso di nascosto…basta una avventura o la passione di un istante per far sì che la porta si apra magicamente e che ci si ritrovi seduti per terra a scrivere quei momenti per poi catalogarli e riviverli in momenti particolari.
Di tanto in tanto facciamo le cosiddette “pulizie pasquali” cancellando quei ricordi che vengono o scoperti da altre persone o che diventano poco interessanti.
Questa è la vita vera fatta di emozioni forti e di desideri intensi.
TRASGRESSIONE
Il rischio è inscritto in quel calcolo che prevede che ogni godimento si paghi, e non solo con la fatica necessaria per ottenerlo, ma anche col senso di colpa inevitabile per poi espiarlo. Non c’è pedagogia che non si avvalga di questa versione della festa e del godimento, o di questa con-versione della trasgressione nella legge, con la forma negativa di un codice già dato o con la fondazione di un codice nuovo.
Un’esplosione serve a rilanciare un ciclo, e debordare dai limiti serve per padroneggiare la novità degli elementi. L’estensione della festa sino ai margini e alla periferia è la massima sfida nei confronti della deriva, del nomadismo che, attraverso la festa, o vengono recuperati all’ordine e all’istituzione, o, se ciò non accade, consentono all’ordine e all’istituzione di confermarsi nella loro ortodossia, che sempre ha bisogno dell’altro, dell’emarginato, del diverso, del trasgressivo, di colui che, incurante dei tempi, prosegue oltre misura la festa.
Come violazione dei divieti secondo regole previste dai riti e dai costumi, la trasgressione non ha nulla di scandaloso o di sovversivo, non conosce la potenza del negativo, non scivola nel no della distruzione, non dissolve il mondo, ma semplicemente gioca con i suoi fondamenti e con le sue regole. Non essendo una negazione generalizzata, né un’affermazione che ribadisce qualcosa, la trasgressione percorre ogni evento non per negare esistenze e valori, ma per condurre ogni esistenza e ogni valore nei propri limiti. “Tras-gredire” significa infatti “camminare oltre”, oltre la legge, all’unico scopo di farsi riassorbire da essa, che però, dopo l’evento trasgressivo, deve darsi una nuova formulazione che tenga conto della trasgressione avvenuta. Senza trasgressione, la storia sarebbe immobile, come immobile è la vicenda animale che da sempre ripete sé stessa.