PREMESSA: l’articolo l’ho voluto scrivere con lo stile di come l’avrei scritto all’epoca e quindi da ragazzino dodicenne per dare più veridicità al mio racconto.
Mia mamma era una sportiva di eccezione e ci teneva che noi ragazzini diventassimo forti a golf. Passavamo i sabati e le domeniche al Golf dell’Acquasanta ed il mercoledì prendevamo le lezioni gratutite (pagate dalla FIG in quanto brevetti giovanili) con il grande Pietro Manca. Una volta diventati abbastanza bravi (parlo di mio fratello Fabiano e del sottoscritto) mia mamma decise che dovessimo prendere anche qualche lezione sul campo da un buon giocatore professionista. All’epoca avevamo la fortuna di avere al circolo Roberto Bernardini che reduce dai successi americani era rientrato a Roma.
Prendevamo una lezione a settimana di due ore giocando con lui sul campo e imparando i colpi da fare per giocare bene a golf. Era una emozione grandissima perché Roberto tirava molto lungo ed aveva uno swing potentissimo, inoltre ci insegnava con grandissimo affetto facendoci sentire importanti.
Quest’anno, tornato all’Acquasanta l’ho incontrato dal Caddy Master e ci siamo ricordati di quegli anni stupendi. Se ho giocato bene a golf e sopratutto se ancora oggi gioco divertendomi lo debbo a mia mamma in primis e poi a Pietro Manca, Ugo Grappassonni, Franco Rosi e a Roberto Bernardini.
Grazie di cuore Roberto per tutto quello che ci hai insegnato.