Ogni volta che si parla della remunerazione di agenti e broker in Italia scoppia il caos questo perchè? Semplicemente perché c’è confusione nel sistema retributivo delle due figure. Da sempre è noto che nel nostro paese esiste una differenza sostanziale in quanto “entrambi, agenti e broker sono intermediari di assicurazione professionisti, che mettono in contatto il cliente con la compagnia. Ma la differenza sostanziale sta nel fatto che mentre il broker agisce su mandato del cliente, gli agenti, invece, agiscono su mandato delle compagnie che rappresentano ergo ognuno dovrebbe essere remunerato dal proprio mandante: quindi gli agenti dalle compagnie, mentre i broker dal cliente“.
Ma questo purtroppo in Italia è difficile da comprendere in quanto i broker percepiscono provvigioni dalle compagnie e la loro consulenza al cliente viene retribuita con fattura. Di qui l’autorizzazione dell’IVASS anche per gli agenti a farsi pagare la consulenza… insomma i soliti pasticci all’italiana dove di fatto le due figure non si differenziano, i primi hanno un mandato i secondi delle lettere di collaborazione. Entrambi incassano le quietanze e se l’agente è plurimandatario alla fine se si fa pagare la consulenza è esattamente alla stregua dell’iscritto in B. Le differenze che restano fra le due figure professionali sono la proprietà del portafoglio e la liquidazione/rivalsa.
A tutto questo si aggiunge la solita bagarre fra SNA e ANAPA sull’argomento (leggi articolo) dove l’estensore, l’amico Giacomo Anedda fa una precisa analisi di quello che è successo nel corso della tavola rotonda organizzata da Cgpa Europe.
“La consulenza remunerata se da una parte è considerata una opportunità commerciale e viene sostenuta dallo Sna in modo chiaro e lineare, dall’altra è anche l’ennesimo argomento politico su cui lo Sna e Anapa, si pongono su posizioni diametralmente opposte, al punto che verrebbe da domandarsi se agiscono nello stesso ambito professionale o meno“.
Personalmente mi trovo molto più schierato dalla parte di ANAPA a condizione però che i broker smettano di percepire provvigioni dalle compagnie e non abbiamo la gestione del business (gestione delle quietanze in forma tradizionale). Solo se il broker rappresentasse realmente il cliente scegliendo la migliore compagnia del mercato per quel rischio e non fra quelle con cui ha accordi e venisse pagato esclusivamente dal cliente allora l’agente non dovrebbe percepire una remunerazione per la consulenza, ma siccome non è così a questo punto che entrambe le figure possano percepire provvigioni e pagamento dietro emissione di fattura della consulenza… Poi però chiediamoci che senso ha avere ancora figure iscritte in A e figure iscritte in B, solo per la liquidazione e per l’ANA (con tutti gli ammennicoli che si porta dietro (comprese le casse di previdenza).
So bene che sto dicendo una eresia da un punto di vista legale/normativo ma chiaramente la mia è una provocazione che si basa sul fatto che da noi è valido sempre tutto ed il contrario di tutto!