Negli anni ’80 quando facevo l’ispettore commerciale per Winterthur conobbi Luigi Tufano. Lui svolgeva la sua attività nella Direzione Regionale Milano, io in quella Centro Sud. Negli anni successivi le nostre strade presero una direzione differente, lui decise di fare l’agente ed io invece di proseguire nella mia attività di dipendente.
Nel 2000 Luigi insieme a Marco Cambise (mettendo insieme i propri portafogli Winterthur, Tufano ed Intercontinentale, Cambise) crearono la IFC a Varese, affiancati dal 2016 da Tiziano Amodeo, Claudio Tufano e Raffaella Zanzi.
L’Agenzia si è consolidata negli anni fino a diventare una delle più grandi realtà italiane di UnipolSai, con più di 22.000 clienti e più di 4.000 contratti Aziendali.
I 5 Soci hanno costruito una struttura solida e capillare che conta 17 Sedi sul territorio e due sedi secondarie a Milano e Malnate (VA), e un organico costituito da oltre 41 collaboratori professionisti in perfetta linea con la filosofia dell’Impresa.
L’ingresso dei nuovi soci, in particolare di Raffaella Zanzi e le mutate condizioni del mercato hanno dato il via ad una impresa che ritengo straordinaria: la realizzazione della nuova sede con criteri di innovazione e basata su un servizio alla clientela a 360°.
Il mio entusiasmo per l’iniziativa deriva dal fatto che la IFC o meglio i soci della IFC hanno fatto un investimento cospicuo con la finalità di riposizionarsi in un mercato sempre più complesso quale quello delle agenzie assicurative. Sono anni che cerco di far capire che la strada della sopravvivenza o meglio della presenza da protagonisti degli agenti assicurativi passa da una innovazione radicale e da una diversificazione dei servizi creando una sorta di hub dove il cliente trova soluzioni a tutte le sue preoccupazioni ed esigenze.
La IFC ha curato tutto nei minimi dettagli lanciando un nuovo modello che va ad affiancarsi alle Assicoop di Unipol e al progetto 51 di Allianz, con la differenza che nel modello IFC l’agente resta il rpotagonista indiscusso.
Vi invito a guardare il filmato e faccio i complimenti ai ragazzi (e meno ragazzi) della IFC.