Ogni aula che Patty Chada ed io facciamo la prima cosa che chiediamo ai partecipanti è il loro ruolo nell’organizzazione agenziale.
Ancora troppo spesso mi sento rispondere: “sono subagente”. Impazzisco a questa risposta, non è attuale ed è sminuente della funzione degli intermediari iscritti in sez. E. Certo che se continuiamo a definirli (o si continuano a definire subagenti) non ne usciremo mai.
La parola subagente (persona che rappresenta un agente, che ha il compito di concludere contratti per conto di un agente) è una parola composta:
- Sub significa “sotto”
- Agente è il participio passato del verbo “agire”
Ma perché? Oramai la figura professionale si è evoluta, fa parte di una delle figure principali della intermediazione ed è normata dall’IVASS:
I collaboratori degli agenti e dei brokers e i promotori finanziari
La sezione E è dedicata infine ai dipendenti, ai collaboratori, ai produttori e agli altri incaricati degli intermediari iscritti alle sezioni A, B e D (e cioè degli agenti, dei brokers, delle banche e degli altri intermediari finanziari) per l’attività di intermediazione svolta al di fuori dei locali dove l’intermediario opera.
In questa sezione rientrano anche i promotori finanziari, che rappresentano l’intermediario assicurativo di cui si avvalgono gli operatori iscritti nella sezione D per la distribuzione fuori sede. Questi saranno soggetti anche alle regole di condotta e di vigilanza ulteriori previsti dal TUF.
Va precisato inoltre che un subagente o collaboratore esterno di un intermediario non può provvedere direttamente alla propria iscrizione nel registro in quanto, questa incombenza, compete all’intermediario per il quale opera.
Per l’iscrizione nelle sezioni C ed E non è previsto il superamento di un esame di abilitazione, ma si richiede il possesso di “cognizioni e capacità professionali adeguate all’attività ed ai prodotti sui quali operano”.
I requisiti di professionalità sono in questo caso accertati da un attestato con esito positivo che dimostri la partecipazione a corsi di formazione professionali tenuti dall’impresa di assicurazioni o dall’intermediario di 60 ore, tale obbligo di formazione iniziale sussiste anche per gli addetti all’attività di intermediazione (dipendenti e non) operanti all’interno dei locali in cui opera l’intermediario iscritto alle sezioni A, B e D. Le imprese e gli intermediari iscritti alle sezioni A, B e D sono quindi tenuti a impartire ai produttori e a tutti gli altri soggetti incaricati una formazione assicurativa adeguata in rapporto ai prodotti e all’attività svolta.
Tutti i soggetti sopraindicati sono soggetti alla vigilanza dell’ISVAP, che si occupa anche di tenere il registro, e per questo motivo sono tenuti al pagamento annuale di un contributo di vigilanza.
Non solo fra gli intermediari di sez. E ci sono moltissimi ex sez. A che hanno deciso, visti i ridotti oneri operativi ed i costi di operare come intermediari di sez. E per conto degli iscritti in A,B o D; fior di professionisti che hanno spesso molto da insegnare alle altre figure professionali del RUI.
Allora vi prego, smettiamo di chiamarli subagenti e diamo loro la dignità professionale he si meritano. Sono loro che portano spesso la produzione in agenzia e sono loro quindi che alimentano il conto economico degli intermediari per cui agiscono.