È stata tutta colpa di ALLIANZ… questo messaggio ci hai lasciato!
Dopo anni e mesi di continue pressioni, obiettivi, gare, progetti, la normativa sempre più dura e l’ennesima ispezione della Compagnia, a distanza di pochi mesi dalla precedente, ti hanno costretto a fare un gesto così estremo che non meritavi, non meritava la tua famiglia, non meritavano i tuoi collaboratori, i tuoi colleghi e tutti gli amici che tanto amavi, stimavi e volevi bene!
ALLIANZ ti ha dato tanto, ma ti ha tolto tutto, l’orgoglio di lavorare con un Gruppo Assicurativo importante è stata anche la causa del tuo gesto. Mamma ALLIANZ così io la chiamavo, ironizzando con te nelle nostre discussioni e confronti, quella mamma che non ti ha protetto, perché mamma non era, perché l’unica mamma che abbiamo è a casa che soffre e piange e che vorrebbe riabbracciarti ma ha la consapevolezza di non poterlo farlo più… La mamma che insieme a nostra padre non supereranno facilmente questo momento.
Papà cosi apprensivo nei tuoi confronti, sempre al nostro fianco che ogni giorno passava nella tua Agenzia e ti portava sempre qualcosa, ma soprattutto che ti dava il coraggio e il supporto per resistere alle continue pressioni e stress della compagnia, quel maledetto giorno è arrivato troppo tardi. Io non ho parole in questo momento, ma il dolore che provo e tanto quanto la forza che devo avere per superare questo momento e il futuro, insieme ai tuoi figli, a tua moglie e ai tuoi genitori. Io sono stato e sarò sempre al tuo fianco e al fianco della tua famiglia, potranno contare tutti su di me, proprio come hai chiesto tu.
Michele quello che hai fatto non posso condividerlo perché in contrasto con la tua voglia di vivere che ti contraddistingueva, amavi la vita, ma l’amore per il tuo lavoro è stato più grande, peccato che chi doveva capirlo, proteggerti e supportarti non lo ha fatto, pensando solo ed esclusivamente ai maledetti numeri, perché purtroppo tu per loro sei e rimarrai un numero…
Ti chiedo solo una cosa, guidami tu e dammi la forza di resistere e reagire, non abbandonarmi. Mi manchi moltissimo e mi mancherai sempre, ti voglio bene fratello mio.
Ho letto e riletto questo messaggio più volte per cercare di comprendere da una parte il dolore di questo fratello e dall’altra l’assurdità di questo gesto. Nella mia attività di dirigente assicurativo mi è capitato spesso di dover revocare un agente o di dare corso ad ispezioni amministrative ravvicinate; ho sempre optato per la consegna della lettera di persona perchè ritenevo che fosse giusto far comprendere le motivazioni fino in fondo e perchè spesso la revoca (non so se in questo caso eravamo di fronte ad una revoca o meno) è un fatto emotivamente molto forte anche nelle situazioni in cui è necessaria o è la conseguenza di fatti riconducibili a dolo. Dalla lettera del fratello di Michele traspare il fatto che si trattasse di qualcosa legata ad un fatto meramente di redditività, ma ciò non può comunque alleviare il dolore della famiglia. Quando qualcuno si suicida dimostra in realtà, oltre ad una disperazione molto forte, un grande coraggio:
Ogni suicidio o tentativo di suicidio cela una sofferenza personale. Nell’ambito del loro profondo disagio, le persone coinvolte lo vedono come unica via d’uscita. Un atto suicida può essere la conseguenza di crisi acute (p. es. divorzio, problemi sentimentali, licenziamento, sensi di colpa o di vergogna) o anche di lunghe e persistenti sofferenze personali (p. es. malattie fisiche o mentali) e di norma è preceduto da pensieri suicidi. Più raramente avviene come reazione d’impulso dopo un’esperienza traumatizzante, senza preavviso o premeditazione.
Quello quindi che più mi addolora è il travaglio emozionale e di dolore di questo agente. Purtroppo Allianz (ma poteva essere qualsiasi altra compagnia) non può essere responsabile di questo gesto. Quello su cui dobbiamo riflettere è come il lavoro dell’agente di assicurazione sia diventato difficile e quanto le tensioni anche emotive, legate alle preoccupazioni di obiettivi, incassi, pandemie e quant’altro possono alla fine rovinare la vita di qualcuno. Non è quindi colpa di Allianz, ma del sistema e del fatto che l’imprenditoria di qualsiasi genere e quindi anche quella assicurativa, è un mestiere che mai come in periodi come questo è fonte di forte stress e spesso foriero di scelte estreme quali anche il suicidio.
Ho voluto scrivere questo mio pensiero per dare conforto da una parte al fratello di Michele, ma dall’altra alla persona che ha deciso l’intervento sull’agenzia che viene definito dal fratello di Michele come l’evento scatenante del folle gesto. Anche chi ha preso la decisione, nell’interesse dell’azienda che rappresenta lo ha fatto sicuramente non a cuor leggero.
Ciao Michele, buon viaggio.
Le direzioni commerciali della Compagnie sono piene di ascari che vendono la preda ” agente ” al più raccomandato però forse servirebbe una moratoria in un settore molto importante nel panorama economico attuale, poi quanto sono bravi a spaventare il malcapitato….
Sono sconvolta: è mai possibile che una categoria come la nostra sia arrivata a tanto? Togliersi la vita, rovinare il futuro dei tuoi figli, della tua famiglia, quando per anni hai tanto dato a “mamma Allianz? Nè posso comprendere come, su questo brutale sistema di comunicazione, i Gruppi non possono intervenire per restaurare quello che, una volta , era il rispetto vero per l’Agente? Quale fosse l’errore commesso!
Che Dio lo porti vero la Luce, unite alle preghiere di noi tutti.
Riposa in Pace. Carla Barin