A partire dal 2008, l’ allora ministro dello Sviluppo economico, Pierluigi Bersani, hanno messo al bando le clausole di monomandato nelle reti degli agenti. Poi, nel 2012, si sono aggiunte anche le norme del governo di Mario Monti, che hanno dato la possibilità agli agenti di diverse compagnie di collaborare tra loro, scambiandosi di fatto il mandato per lavorare fianco a fianco.
Il 4 agosto 2020 con il Reg. 45 si introduce, inoltre, ritenendolo funzionale all’obiettivo di trasparenza prefissato, l’obbligo di comunicazione alle mandanti di tutti gli accordi di collaborazione in essere (questo obbligo specifico è oggetto di ricorso al TAR del Lazio da parte dello SNA che si esprimerà nel merito ad inizio giugno).
Pare che tale provvedimento sia la conseguenza della sollecitazione in tal senso da parte di importanti gruppi assicurativi italiani. La cosa sconvolgente è che nel 2008 si era finalmente sancita la possibilità di rappresentare più compagnie da parte degli intermediari e che quattro anni dopo, viste le resistenze da parte delle mandanti si era deciso di introdurre un ulteriore strumento, le collaborazioni orizzontali, che di fatto eludevano le azioni di pressione di alcune mandanti per il mantenimento del monomandato (contrario alla legge) verso i propri agenti che volevano lavorare in plurimandato.
L’aver quindi introdotto questo obbligo è di una gravità inaudita perchè di fatto lede un diritto e la libera concorrenza dell’intermediario iscritto come A al Rui.
Francamente non comprendo come si debba ricorrere al TAR del Lazio per vedere di fatto fatti salvi dei diritti di libertà e concorrenza per una categoria, quella degli intermediari assicurativi che si trova con un accordo nazionale di 18 anni fa (ANA 2003), con un mandato che ne limita l’imprenditorialità costringendoli di fatto a sottostare ad un monomandato di fatto.
Il Sindacato Nazionale Agenti decide di protestare il 27 aprile per smuovere l’opinione pubblica mettendo in piedi una protesta che si configura nella chiusura delle agenzie. Personalmente ritengo che sia legittimo che gli agenti protestino, ma come ho avuto modo di dire più volte, non ritengo che chiudere le proprie agenzia sia la forma migliore di protesta.
La chiusura delle agenzie danneggia esclusivamente la clientela e gli agenti stessi non portanto alcun beneficio mentre forse una azione di reale protesta rivolta direttamente verso le istituzioni sarebbe stata molto più efficae e forse avrebbe raggiunto tutta l’opinione pubblica.